Spazio Sovvertito, la Mostra: Esplorazione e Trasformazioni Architettoniche

“ Nuove forme si preparano lentamente ad emergere dal caos di mondi artistici in rovina e ad addensarsi improvvisamente e inaspettatamente, nel momento della genesi, attorno ad un nuovo nucleo di relazioni” (G. Semper).

Il tema della mostra si inserisce in un preciso luogo; l’interazione con l’ambiente circostante è stretta a tutti gli aspetti della sua identità, dalla storia all’architettura, dalla struttura spaziale alla cultura. Questi elementi diventano il materiale dei singoli interventi, volti a riattivare la dimensione esperienziale del processo di fruizione dell’accademia ABADIR all’interno di un progetto espositivo a più voci.

L’architettura dell’accademia ABADIR racchiude in sé la storia di molte persone, dalla quale affiora una stratigrafia della memoria carica di tracce lasciate dal passaggio dell’uomo.

La metamorfosi, ha sovvertito il carattere originario dell’edificio che da introflesso, le feritoie ne sono testimoni, si è trasformato in un organismo aperto verso l’esterno, incubatore di conoscenza. ABADIR è riuscita a mutare radicalmente la propria pelle, un gesto indispensabile per la propria crescita.

Sopra uno specchio prendono forma gli elementi di una ricognizione sullo spazio architettonico, la funzione e la storia del luogo in cui passato, presente e futuro dialogano uniti sotto una apparente incompatibilità di immagini. 

I fogli sono territori in cui riportare annotazioni e rappresentazioni; il fruitore ha di fronte a sé una mappa composta da strati che si sommano alla memoria del luogo, la superficie riflettente permette di incamerare un nuovo layer. 

Dinnanzi alle immagini ognuno è mosso ad emergere dal riflesso e creare la propria mappa che sarà un nuovo livello nella memoria.

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